Con le correnti galvaniche, aumentiamo l’irritabilità e la conduzione nervosa sotto il catodo e diminuiamo sotto l’anodo. Applicando le correnti galvaniche, si verifica la vasodilatazione (vasodilatazione) che provoca un flusso sanguigno più intenso chiamato iperemia.
La sensibilità alle correnti galvaniche è individuale e l’intensità deve essere dosata in base alla sensazione soggettiva del paziente.
L’inventore delle correnti galvaniche fu il fisico italiano Luigi Galvani, che per primo descrisse la corrente nel 1889, che le diede il nome. Gli elettrodi sul dispositivo consentono solo alla corrente alternata di fluire in una direzione (dal catodo all’anodo).
Oggi, la corrente galvanica è ottenuta dalla corrente alternata di frequenza 50 Hz e tensione di 220 V, e viene trasformata da un dispositivo speciale in corrente continua a impulsi diretti a onda intera. Dopo la filtrazione, questa corrente diventa costante e viene trasmessa a due elettrodi.